Salvatore Sava

SALVATORE SAVA è nato il 13 giugno 1966 a Surbo (LE), dove vive e opera.
Si è diplomato presso il Liceo Artistico di Lecce e l’Istituto d’Arte di Roma (Sezione Grafica Pubblicitaria e Fotografia). Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Lecce conseguendo il Diploma in Pittura.
Dal 1990 insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, prima Tecniche dell’Incisione e attualmente Anatomia Artistica e Disegno. Nel 2005 e nel 2006 ha insegnato anche Didattica delle Tecniche della Rappresentazione (COBASLID). Nel 2007, oltre al corso di Anatomia, ha insegnato Tecniche e Tecnologie della Decorazione e Analisi e Progettazione dell’Arte Ambientale (COBASLID), corso che gli è stato riconfermato anche nel 2008 e nel 2009. Nel 2011 ha diretto la Cattedra di Scultura.
La sua prima esposizione risale al 1983. Nel 1996 espone a Lecce, Magica Luna, a cura di Luciano Caramel, presso il Castello Carlo V; la Piazza Sant’Oronzo; l’Abbazia di Cerrate e il Museo di San Cesario (LE). Nel 2001, in occasione della mostra personale presso il Castello Carlo V di Lecce, pubblica con la casa editrice Mazzotta, a cura di Luciano Caramel, un voluminoso catalogo. Nel 2005 partecipa alla XIV Quadriennale d’Arte di Roma. Nel 2006 vince il Premio Internazionale di Scultura Terzo Millennio, presso Terra Moretti, in Franciacorta. Nello stesso anno, il MUSMA di Matera, diretto da Giuseppe Appella, acquisisce una sua grande scultura. Nel 2008, invitato da Enrico Crispolti alla Biennale Internazionale di Scultura della Regione Piemonte, presso l’Accademia Albertina di Torino, vince il Premio “Umberto Mastroianni”. Ha eseguito opere per la nuova chiesa “Madonna della Fiducia” di Giorgilorio (Surbo) e “Santa Lucia” a Lecce. Nel 2009, a Milano, presso la Galleria San Carlo, una personale di scultura con opere recenti, dal titolo: Eliomorfosi, è curata da Luciano Caramel.
Nel 2010 espone nell’ambito della grande mostra: Gualtiero Marchesi e la grande cucina italiana, presso il Castello Sforzesco di Milano ed è presente alla Biennale di Arte Sacra del Gran Sasso, presso il San Gabriele, in provincia di Teramo.
Tra il 2010 e il 2011 espone il Candido Presepe e alcuni disegni nel Duomo di Orvieto.
Nel 2011 entra a far parte del MIG, il Museo Internazionale della Grafica di Castronuovo di Sant’Andrea (PZ) e partecipa alla 54° Biennale di Venezia.
Nello stesso anno, con una personale dal titolo Le radici della speranza, presso l’Auditorium Scuole Pie di Brindisi, inaugura le attività del MAP, il Museo Mediterraneo dell’Arte Presente, a cura di Massimo Guastella e dell’Università del Salento.
Nel 2012, gli viene commissionata dal direttore del MUSMA di Matera il Prof. Giuseppe Appella, un’opera di grande formato, in occasione di San Valentino al MUSMA. Partecipa alla Sesta Triennale d’Arte Sacra Contemporanea di Lecce (Exempla) ed è presente nella mostra Ouverture, presso la Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare (BA). Vince il Premio Internazionale Limen Arte 2012, Scultura.
Nel 2014 una personale dal titolo Follie barocche, a cura di Letizia Gaeta, Massimo Guastella e dell’Università del Salento, è allestita nell’ex Monastero degli Olivetani di Lecce, sede dell’Università.
Nel 2018 una grande scultura è acquisita dalla Fondazione Ragghianti di Lucca.
Numerose sono le partecipazioni ad Arte Fiera di Bologna, Miart di Milano e ad Arte Verona, con la Galleria San Carlo di Milano.

È presente in collezioni pubbliche e private, tra queste figurano: Collezione Banca Nazionale del Lavoro, Roma; Museo di Arte Sacra Contemporanea, Lecce; Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano; MUSMA, Museo della Scultura Contemporanea, Matera; Parco Sculture della Franciacorta, Terra Moretti, Erbusco (BS); Chiesa di Santa Lucia, Lecce; Spazio pubblico di Salamanca, Spagna; Museo di Arte Contemporanea, Ancona; Museo di Arte Contemporanea, Pavia; MIG, Museo Internazionale della Grafica, Castronuovo di Sant’Andrea (PZ); Fondazione Ragghianti, Lucca; Università del Salento, Lecce; MUST, Museo storico di Lecce; Galleria d’Arte Contemporanea della Camera di Commercio, Vibo Valentia.

Altre personali di Salvatore Sava alla Galleria San Carlo:

• 1997 – Magica luna, a cura di Luciano Caramel, Galleria San Carlo, Milano, 13 marzo – 6 maggio 1997.

• 1999 – Tramontana, a cura di Luciano Caramel, Galleria San Carlo, Milano, 13 gennaio – 3 febbraio 1999.

• 2009 – Salvatore Sava.  Eliomorfosi. Opere Recenti, a cura di Luciano Caramel, Galleria San Carlo, Milano, 7 maggio – 5 settembre 2009.

Carlos Puente

Carlos Puente (Spagna 1950) diplomato presso la “Escuela de artes Aplicados y Oficios Artisticos” di Santander e di Madrid, nel 1967 apre il suo atelier dove si dedica a pittura, scultura e ceramica e nel 1978 tiene la sua prima mostra personale.

Fra le commissioni pubbliche e private da lui eseguite, ci sono la suite del Chateau Lauzaun in Francia e un cartone per murales per il Comune di Parigi. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.

Quando il pittore, Carlos Puente de Ambrosio, nacque a Santander nel 1950, sotto il regime di Francisco Franco, la società in cui entrò era in uno stato di flusso.

Il rapporto simbiotico tra scrittori e artisti era prevalente in Spagna come in Francia, un paese la cui influenza sulla cultura spagnola risaliva al primo re borbonico, Filippo V, nel XVIII secolo. Tra i creatori radicali, l’omicidio del poeta Federico García Lorca del 1936 da parte dei fascisti era ancora fresco, simbolico e crudo, eppure il regime stava ora abbracciando attivamente le arti che riteneva accettabili. Ad esempio, nel 1950 la Spagna tornò alla Biennale di Venezia dopo una pausa di otto anni (con lo scultore Carlos Ferreira de la Torre). E uno degli artisti più celebrati della Spagna, Antoni Tàpies, ha affermato che “dipingere durante il regime di Franco era meno difficile della pittura nella Germania nazista o nell’Italia fascista, perché pensavano che l’arte moderna non fosse importante e non influenzasse realmente vita quotidiana.’

Tuttavia, la dittatura non fu impressionata dalla controcultura dell’Europa e dell’America negli anni ’60 e furono adottate misure repressive per disciplinare la gioventù della Spagna. Le scuole d’arte, come tradizionale focolaio di idee rivoluzionarie sia culturali che politiche, erano quindi soggette a sorveglianza. Così, dopo aver studiato alla Escuela de Artes Aplicadas e Santander nel 1969, Carlos Puente fece la migrazione tradizionale a Parigi, che aveva una lunga collaborazione con artisti spagnoli, Picasso e Dalì forse il più leggendario. Risultò che sarebbe stata l’Italia a ispirare e soccorrere il giovane Puente e che sarebbe prosperato negli ambienti di Celle Ligure e Milano, anche sotto gli auspici della Galleria San Carlo (2) specializzata in opere dal gruppo CoBrA. Questi pittori, Pierre Alechinsky, Karel Appel, Corneille (3), Asger Jorn e Roberto Matta, insieme alle loro opinioni decise sul contenuto e sulla natura della pittura, hanno aiutato a focalizzare il giovane spagnolo e continuano a informare il suo lavoro e la sua filosofia. È uno striscione che porta senza imbarazzi fino ad oggi.

Mentre l’umore nell’arte europea cambia, i riflettori sono ora sugli artisti di mezza generazione con una carriera solida e definitiva, l’antitesi del sensazionalismo basato sul concetto di rock’n’roll. È facile lasciarsi sedurre dal pensare che le grandi opere d’arte e i suoi collezionisti siano esclusivamente quelli che compaiono nelle vendite all’asta di svariati milioni di dollari. Questi eccessi fanno sicuramente parte dell’immagine ma rappresentano in realtà una piccola parte del tutto. Il nucleo del business dell’arte è costituito da artisti seri con un impegno permanente nel loro lavoro, supportato da esperti collezionisti per i quali l’autenticità e la veridicità superano le mode e le manie alla moda di un mercato delle materie prime ossessionato dagli investimenti e dai profitti. Carlos Puente è uno di quegli artisti.

Andrè Stempfel

André Stempfel è nato a León, in Francia, nel 1930 e oggi vive e lavora a Parigi.

n giovane età, André Stempfel ha iniziato a dipingere in un’accademia di Lione gestita da un discepolo di  Albert Gleizes.

Nel 1958 , arrivò a Parigi e frequentò l’ Académie de la Grande Chaumière, dove lentamente sviluppò uno stile personale in un viaggio solitario.

Le forme sono semplificate, i colori stanno diventando più rari e ora portano a un giallo unico dal quale emana un’energia luminosa incomparabile.

Dal 1970, quando un incendio distrusse completamente il suo laboratorio, parte della sua attività era orientata verso commissioni pubbliche e installazioni in aree urbane.

Dal 1980 ha esposto con artisti MADI e ha avuto mostre personali in gallerie a Parigi, Giappone, Russia e Brasile. Ha opere monumentali in Francia e Germania.

Il suo lavoro tende al minimalismo e contiene umorismo e illusione. Era parte del gruppo di artisti francesi mostrato in concomitanza con lo spettacolo di Auguste Herbin.

Se si confronta il suo lavoro attuale con il minimalismo o l’arte costruita, Stempfel considera questi non come un risultato ma come un punto di partenza, un soggetto. Il modello minimale è declinato in sequenze di diversi elementi che spingono l’ordine stabilito, metamorfosando, a volte, un dipinto in scultura. Questo trasferimento, dal suo lato insolito, non è senza generare un umorismo sottile.

Armanda Verdirame

Vive e lavora a Milano con studio alla Fornace Curti e in V.le Certosa, 94. Da molti anni predilige lavorare nella campagna di Recanati, nelle Marche.

Dopo studi artistici, approfondisce temi legati strettamente alla Natura, arrivando alla scultura dopo esperienze di pittura, calcografia, serigrafia, esponendo dal 1976. La scultura verrà esplorata attraverso l’argilla perchè ritenuta densa di valori ecologico-simbolici, ed antropologici, valori su cui ha poi voluto meditare sempre. Il problema del seme come rimando alla vita, e poi al valore di cibo, è stato alla base della sua poetica fin dal 1985.
Esplorando il concetto di sedimentazione attraverso la forma della stalattite, ha creato libri stratificati; dal 2009 una installazione permanente si trova al Museo Archeologico di Cosenza, chiamato “sito archeologico”.
Armanda Verdirame è presente in vari altri Musei: Città del Vaticano-Roma, a Brescia al Museo di Arte e Spiritualità, a Cosenza, a Sora (Fr) come vincitore di concorso per un Tabernacolo, a S. Stefano Belbo, ad Ancona, a Maccagno, a Santa Maria di Leuca, ecc. anche a San Francisco (CA), a Bonn. A Messina…sulla via per Mistretta per Antonio Presti ha contribuito a creare una installazione pubblica.
Ha esposto in Italia e all’estero : Belgio-Germania-Turchia-Francia-Russia, ed è presente a Mosca con Evelina Schatz e la sua poesia.

Bruno Donzelli

Bruno Donzelli nasce a Napoli il 12 aprile del 1941.Giovanissimo partecipa a diversi premi fra i quali, nel 1960, al Premio San Fedele di Milano e al Premio Termoli, per essere poi presente, nel 1962, al Premio indetto dal Ministero della Pubblica Istruzione presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma.

Il 1962 è anche l’anno dell’esordio ufficiale dell’artista, appena ventunenne, sulla scena nazionale, esordio sancito dall’allestimento di una personale tenutasi alla galleria del Fiorino di Firenze. Innumerevoli e diverse, da questo momento, sono le partecipazioni dell’artista a premi e mostre, collettive e personali, di respiro nazionale e internazionale.

Già nel 1963 una seconda esposizione di opere del solo Donzelli tenutasi a Genova presso la Galleria Centro Arte.E personali interamente dedicate al maestro, negli anni, vengono allestite nelle più prestigiose città italiane ed europee, da Venezia a Roma, da Parigi a Barcellona.

La produzione pittorica di Bruno Donzelli è suddivisa in cicli pittorici, tra i quali, si ricordi, “ Ormare”, “ Siparietti impertinenti”, “ Specchiarsi nel cuore dell’Arte”, “ Nuove piazze d’Italia”, “ Morandina”,“ Sironiana”. Ora, all’evidenza dai titoli di alcuni dei suoi cicli, lo stretto legame con la Grande Storia dell’Arte del XX secolo, a cui l’artista, quasi a mo’ di gioco, fa continuamente rimando. Inizialmente ispirato dal linguaggio di Pop e Cobra, Donzelli, già sul finire degli anni sessanta, si volge a una pittura “fantastica” di matrice espressionistica. Sviluppa in seguito una personale cifra stilistica, che, non dimentica degli illustri Maestri del passato recente, raggiunge totale maturità artistica nonché piena affermazione internazionale, solo negli ultimi decenni. Ed ecco che nelle sue note “Orme Mnemoniche” Donzelli, intesse un serrato dialogo con le avanguardie storiche: nelle sue opere, “le orme” di Picasso, Mirò, Boccioni, Warhol, Burri, Fontana e Kandinsky.

Il linguaggio è ironico, dissacrante, i colori brillanti, vividissimi. La figurazione, al limite della fumettistica, è ludica, infantile e fresca.

Nel 1989 crea alcuni lavori su ceramica, multipli e pezzi unici dipinti a mano.

Si cimenta, nel 1991, anche nella scenografia con la realizzazione di costumi  e allestimenti per lo spettacolo “ Folli notti a Pietroburgo”, tratto da Le Notti Bianche di Dostoevskij al Teatro dell’Orologio di Roma.

Diverse le monografie che danno conto dell’iter artistico di Bruno Donzelli, da quella storica edita da La scaletta di San Polo del 1986, a quelle di più recente pubblicazione del 1997 e del 1998, edite rispettivamente da Mazzotta e dalla Galleria Georges Fall di Parigi.

Lo scoccare del nuovo millennio è poi occasione per la proposizione di una vasta mostra antologica a Caserta, ove l’artista risiede, mostra che si pone l’obbiettivo di ripercorrere, con sguardo critico, la produzione pittorica di Donzelli. Dalla mostra – tenutasi presso la celebre Reggia – un catalogo monografico, edito da Charta, sintesi dell’ultimo trentennio creativo dell’artista.

Nel 2008 le personali d’oltre oceano: Miami, New York e Shangai.

 

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Jean Couteau

Poeta, romanziere, drammaturgo, artista, sceneggiatore e regista, Jean Maurice Eugène Clément Cocteau nasce a Maisons-Lafitte, nei pressi di Parigi, il 5 luglio del 1889. A diciannove anni pubblica la sua prima raccolta di poesie, La Lampe d’Aladin, ed entra in contatto con i principali rappresentanti della Belle Epoque parigina. In questo stesso periodo conosce il direttore russo di balletti Sergej Djaghilev con il quale collabora, come sceneggiatore, nel 1917, alla realizzazione di Parade, balletto in cui si mescolano musica, poesia e arte figurativa. L’evento, definito da Apollinaire “un’opera surreale”, segna una tappa fondamentale nello sviluppo dell’arte moderna.

Dopo la guerra, nel 1918, Cocteau stringe una profonda amicizia con il futuro poeta e scrittore, allora quindicenne, Raymond Radiguet, che eserciterà una forte influenza sull’arte e la vita dell’artista francese. La prematura scomparsa di Radiguet, nel 1923, porta Cocteau alla dipendenza da oppio e a un successivo periodo di ricovero, durante il quale scrive uno dei suoi romanzi più importanti, Les Enfants terribles (1929). È agli inizi degli anni trenta che Cocteau comincia a interessarsi alla regia, girando una serie di pellicole, tra cui spicca Le Sang d’un poète (1930). In questi stessi anni scrive l’opera teatrale La Machine infernale (1934), riadattamento del mito di Edipo. Dopo un periodo di silenzio, ritorna al cinema, dirigendo nel 1946 La Belle et la bête, con Jean Marais, e tra il 1947 e il 1948 L’Aigle à deux têtes e Les Parents terribles, entrambi tratti da due suoi lavori teatrali.

La passione per la mitologia, che accompagna gran parte dell’arte di Cocteau, si riflette anche in una serie di decorazioni pittoriche che l’artista realizza, nel corso degli anni cinquanta, nella Cappella di Saint-Pierre a Villefranche sulla Costa Azzurra e nel comune di Menton. Nel 1955 viene fatto membro dell’Académie Française e dell’Académie Royale de Belgique. Risale al 1959 uno dei suoi lavori grafici più originali, l’album Gondole des morts, edito parzialmente e solo in Italia da Scheiwiller a cura dell’artista e amico Fabrizio Clerici, che illustrerà con i suoi bozzetti l’edizione della pièce teatrale di Cocteau intitolata Les Chevaliers de laTable ronde (1963). Muore, colpito da infarto, l’undici ottobre 1963, a Milly-la-Forêt.

Bengt Lindstrom

Dal 1947 il pittore viveva e lavorava fra la Svezia e la Francia. Nel 2003, dopo essere stato colpito da una paralisi agli arti che lo aveva costretto in una sedia a rotelle, torno’ definitivamente nella sua terra natale. Nato nel 1925 a Storsjo Kapell, in Lapponia, Lindstrom frequenta i corsi alla Scuola d’Arte di Stoccolma diretta da Isaac Gruenewald (allievo di Henri Matisse), quindi all’Accademia di Belle Arti di Copenaghen, poi all’Art Institute di Chicago e per finire presso gli atelier di Fernand Leger e di Andre’ Lohte a Parigi (1947-48).

Le prime tele di Lindstrom, ritratti ed autoritratti, sono figurative. Nel 1954 a Stoccolma presenta la sua prima mostra personale, a cui ne seguiranno oltre 70 tra Parigi, Roma, Milano, Bruxelles, Washington, Lisbona, Copenhagen e Barcellona. Si lega con Bogart, Marfaing, Maryan e Pouget, piu’ tardi con Asger Jorn che esercitera’ una sicura influenza sul suo lavoro. L’artista svedese partecipa a numerose esposizioni collettive in Francia ed all’estero. Lo stile di Lindstrom si precisa gradatamente alla fine degli anni ’50: utilizza allora dei grandi secchi di colori puri, evolve intorno alla sua tela tesa su un telaio e posata a terra; l’artista esegue delle opere densamente materiche, scolpisce quasi nella pittura. Nel ’62 partecipa alla seconda esposizione della Nuova Figurazione che si tiene a Parigi; due anni più tardi espone con il gruppo Nord-Sud.

Nell’arco di svariati anni il pittore svedese realizza una galleria di ritratti di scrittori e di filosofi (da Oscar Wilde a Claude Levy-Strauss). Dipinge dei paesaggi ispirati dai ricordi della natura rude della Svezia del nord, dei personaggi delle mitologie scandinava e lappone. Negli anni ’80 Lindstrom realizza delle piccole sculture che poi dipinge. Negli anni ’90 soggiorna lungamente a Milano, esponendo presso la galleria San Carlo e a Roma presso la galleria L’Indicatore. Nel 1993 i “Grandi vetri” di Murano sono presentati contemporaneamente in Italia e in Svezia.

Martin Bradley

1931     Nasce a Richmond (Surrey), Inghilterra

 

1945     Dopo la sua tenera infanzia, Martin Bradley non desidera altro che diventare pittore. Siccome la famiglia Cussen Spencer, suoi tutori legali, si era fermamente opposta a questa vocazione, egli fuggì dalla scuola St. Paul’s, s’imbarcò come mozzo su delle navi cargo battenti bandiere compiacenti, panamensi o della Liberia.

 

1949     Torna a Londra dopo tre anni passati a navigare e rincontra Arthur Waley, che occupa in quel tempo il posto di bibliotecario del dipartimento d’Estremo Oriente al British Museum; è lui che lo consiglia nei suoi studi di cinese e l’aiuta a leggere i Classici, Gli Insegnamenti Fondamentali, gli Anacleti di Confucio, le opere attribuite a Lao Tzeu, e il Sutra di Diamante. Martin passa tre anni a studiare dieci ideogrammi cinesi al giorno e grazie all’attenzione benevolente di Arthur Waley, riceve le basi d’una educazione estremo orientale

 

1951     Incontro con WilliamWillets, autore di Le Fondamenta dell’ Arte Cinese, che lo guida nella comprensione dell’arte e della calligrafia cinese e giapponese, e verso il fascino per l’estetica

 

1954     Incontro con David Snelgrove, che insegna tibetano all’Università di Londra e gli impartisce delle lezioni di tibetano classico e lo inizia alla lettura del Sutra dei Saggi e dei Pazzi. A partire da questa data sino al 1958, Martin espone in diverse gallerie di Londra

 

1955     Nel quartiere di Soho, a Londra, conosce gli scrittori del gruppo di “giovani uomini arrabbiati” ed in particolare John Osborne, Colin Wilson, Bill Hopkins e Harold Pinter

 

1956     Firma un contratto con la Gallery One, a Soho, diretta da Victor Musgrave. Lui stesso poeta, critico, scrittore comprende perfettamente i problemi di Martin; lo incoraggia e stimola il suo sviluppo artistico aiutandolo come può

 

1957     Prima di partire per Ibiza, Martin compie diversi soggiorni a Parigi. Negli anni cinquanta, Ibiza era un’isola pacifica e magnifica, conosciuta da numerosi scrittori, artisti, pensatori e emarginati che venivano a passare diversi mesi senza il pensiero di spendere tanti soldi. Ma tutto dipendeva finanziariamente dal mondo urbano esterno.

 

1958     Laureato con una borsa di studio in Brasile, egli risiede principalmente in Rio de Janeiro per studiare il folklore, la lingua e la letteratura brasiliana così come la pittura. L’Ambasciatore del Brasile a Londra, Assis Chateaubriand, acquista diciannove dipinti dalla Galleria Matthiesen, per il Palazzo presidenziale in Brasilia

 

1960     Ritorna in Europa e firma un contratto con la Galleria Rive Gauche di R. A. Augustinci, che sostiene attivamente la “figura altra”, di cui l’aspirazioni sono, essenzialmente, quelle del Gruppo Cobra. Tra le altre figure di pittori della Galleria Rive Gauche di quell’epoca troviamo Henri Michaux, Asger John, Enrico Baj e John Christophorou.

 

1961     Prende parte alla storica esposizione “Arte e Contemplazione” organizzata da Paolo Marinotti a Palazzo Grassi a Venezia. Tra gli artisti rappresentati figurano Fontana, Dubuffet, Rothko, Tapies e Jorn.  A causa di uno shock emozionale, decise di arruolarsi nella Legione Straniera spagnola, dalla quale si trova a scappare nel pieno del deserto del Sahara

 

1962     Ritorna a Londra, dove, con l’aiuto di Victor Musgrave, cura il suo alcoolismo cronico

 

1963     Parte per l’Italia, dove dipinge durante il giorno e studia durante la notte

 

1964     Dipinge e studia a Londra, Ibiza e Parigi

 

1965     Vive a Parigi; si reca spesso a La Coupole, frequentata da diversi artisti, scrittori e pensatori, ma malgrado questa atmosfera stimolante, il pensiero occidentale neo-esistenzialista gli sembra mancare di quello che porta alla soddisfazione. Nel suo lavoro di pittore, segue spesso i consigli di R. A. Augustinci

 

1967     Augustinci l’aiuta, moralmente e finanziariamente. Bradley intraprende un viaggio di ricerca in Asia

 

1968     Soggiorna in India e Nepal, studia in maniera più approfondita il buddismo, sia in tibetano che in cinese, con l’aiuto di monaci e lama. Studia anche la pittura e l’iconografia tradizionale buddista

 

1969     Insegna il francese presso l’Università di Kathmandou

 

1970     S’installa ad Hong Kong per studiare più a fondo l’arte, la storia e la civiltà cinese. Dà conferenze sull’arte occidentale presso l’Università di Hong Kong

 

1972     Viaggia verso il Giappone e passa sei mesi nel Giappone centrale (dipartimento di Gifu) dove studia la lingua, le tradizioni, il buddismo e l’arte. Passa molto tempo a visitare i musei.

 

1973     Ritorna in Europa dove vivrà in Italia

 

1974     Secondo soggiorno in Asia dove visita l’India e la Malesia

 

1975     Nuovo soggiorno ad Hong Kong. La Galleria Rive Gauche deve fermarsi a seguito del peggioramento della salute di R. A. Augustinci. Poco dopo, Bradley firma un contratto con Beniamino Levi

 

1976     Ritorna in Italia per dipingere e studiare. Attraversa un periodo d’incertezza, segnato da numerosi problemi. Non riesce a trovare un motivo di compimento. La sua vita si distende

 

1977     La vita per lui è dolorosa, pesante da sopportare, progetta di suicidarsi

 

1978     Marcello Avenali, direttore dell’ Accademia di Roma, gli presenta Tatsuko

 

1979     Entrando nei ranghi dei fedeli del buddismo della Nichiren Shoshu, vive a Mercatale di Pesa, nella regione del Chianti e firma un contratto con Samy Kinge

 

1980     Trascorre sei mesi a Richmond, in Inghilterra, dove studia i problemi della traduzione dei testi buddisti dal giapponese all’inglese

 

1981     Trascorre la primavera e l’autunno a Parigi, e l’estate e l’inverno in Toscana

 

1982     Soggiorna un mese in Giappone. Al suo ritorno in Europa, ha un attacco cardiaco e deve riposarsi per evitare il sovraffaticamento

 

1983     Firma un protocollo di accordo con Matthew Carone (Carone Gallery, Florida)

 

1984     Risiede spesso a Parigi, rue de Seine, dopo rue de Passy

 

1985     Esposizione personale Galleria Samy Kinge presso la Fiac. L’accoglienza è favorevole

 

1986     Trascorre quattro mesi a Santo Domingo per preparare un’esposizione in Florida; viaggia a Los Angeles e alle Hawaii dove deve essere ricoverato in ospedale per un secondo attacco cardiaco. Periodo di convalescenza in Giappone. Ritorna in Europa, firma un contratto con Swert Bergstrom (Galleri GKM, Svezia)

 

1987     Termina un affresco murale per il Comune di Parigi, nel XIX° arrondissement e si sistema nuovamente presso il Trocadero

 

1988     Illustra il libro Poil de Carotte, di Jules Renard, per l’Editions de l’Imprimerie Nationale, e rappresenta il Regno Unito alle Olimpiadi delle Arti a Seoul

 

1989     Va a vivere a Bruges (Belgio)

 

1990     Firma un contratto con Giancarlo de Magistris (Galleria San Carlo)

 

1991     Realizza un’installazione composta da dozzine di sculture di cristallo per la Galleria Marco Polo di Murano (Venezia)

 

1992     Realizza una litografia per i Giochi Olimpici di Barcellona, rappresenta il Regno Unito alle Olimpiadi delle Arti grafiche

 

1993     Lascia Parigi per Deal, nel Kent. Viaggia in Giappone. Si riallaccia ai suoi interessi per i racconti folkloristici

 

1994     Riceve una commessa dall’Imprimerie Nationale per realizzare sessantaquattro litografie illustranti Alice nel Paese delle Meraviglie nella serie di lusso “Selections”. Si reca in Giappone per fare delle ricerche sul buddismo

 

1995     Viaggio in Giappone dove viene a lui consacrata un’esposizione personale; si inizia alla ceramica

 

1996     Firma un contratto con il mercante belga Arne Langeskens (Galerij Pantheon, a Knokke le Zoute).  Trascorre molto tempo ad osservare gli aspetti folkloristici e surreali delle opere di Breugel e H. Bosch

 

1997     Esposizione personale Galleria Samy Kinge, alla Fiac; qui riceve un’accoglienza eccellente. In un articolo, il critico Richard Pierre Turine, qualifica Bradley di “il Lewis Carrol della pittura”. Risiede sia a Bruges che a Deal, dipingendo e studiando

 

2002     Piccole litografie e dipinti in una mostra personale presso la Gallery Nippon a Tokyo. Inoltre traduce Honzon Mondo Sho

 

2003     Traduce Rissho Ankoku Ron, Juni Innen Sho, aggiorna Kanjin No Honzon Sho e traduce So Hanmon Sho

 

2004     Scrive tesi sull’insegnamento per l’introduzione al libro, traduce il secondo capitolo del Sutra del Fiore di Loto

 

2005     Inizia a tradurre Ju Hachi Enman Sho e pubblica The Buddha Writings of Nichiren Daishonin (Toison D’or)

 

2006     Aggiorna ancora Kanjin No Honzon Sho

 

2007 Prepara per la traduzione il Sutra del Fiore di Loto con La Trasmissione Orale di Nichiren Daishonin come l’apice di una vita di lavoro e studio

 

2008     Viaggia in Giappone con l’idea di stabilirsi lì

 

2009     Si sposta definitivamente in Giappone. Gerhard Lenz pubblica le tesi e la traduzione del Sutra del Fiore di Loto insieme con la Trasmissione Orale di Nichiren Daishonin sul sito internet www.dharmagateway.org

Togo

TOGO ( Enzo Migneco) nasce nel 1937 a Milano dove vive e lavora.

Dipinge dal 1957 mentre è alla  fine degli anni ’60 che inizia la ricerca nel campo dell’incisione. La sua prima mostra importante è alla Galleria 32, a Milano, nel 1967, presentata da R. De Grada  alla quale, nel capoluogo lombardo seguono personali alla Galleria Diarcon, Palmieri,Annunciata, Palazzo Sormani, Aleph, Bonaparte, Università Bocconi, Studio d’Arte Grafica, il Torchio, Centro dell’Incisione presentate via via da L. Caramel, V. Consolo, E. Fabiani, P. Bellini, T. Trini, S. Spadaro, F. Poli.  Nel 1982 espone a Palazzo dei Diamanti di Ferrara, a Wroclaw in Polonia e ad Helsinki in Finlandia. Nel 1989 la città di Messina gli dedica un’antologica. Nel 1999 presenta 20 tele al Parlamento Europeo di Bruxelles. Nel 2000 gli viene assegnato a Roma il Premio “Antonello da Messina” per le Arti Figurative. Dal 1999 al 2004 è stato titolare della Cattedra di Incisione presso l’Accademia di Belle Arti “Aldo Galli” di Como. Nel 2010 espone alla Galleria San Carlo di Milano E’ invitato da Vittorio Sgarbi e Giorgio Grasso alla 54* Biennale di Venezia

Nel 2017 ritorna ancora alla Galleria San Carlo con 16 dipinti.

 

Serge Vandercam

Serge Vandercam nacque il 30 marzo 1924 a Copenaghen e morì il 10 marzo 2005 a Wavre (Belgio). Pittore, scultore, ceramista, designer e fotografo appartenente al movimento surrealista, nel 1949 si unì al gruppo Co.Br.A (Copenaghen, Bruxelles, Amsterdam, dal nome delle città di provenienza degli aderenti). Vandercam fu alla continua ricerca di nuovi stimoli, la sua inquietudine  sperimentale e multidisciplinare lo portò a esplorare universi artistici differenti. In pittura subì il fascino dell’arte primitiva e dei colori squillanti. Si interessò molto anche di poesia diventando amico di scrittori quali  Joseph Noiret,  Gabriel Marcel e May Picqueray. Fu docente presso la Scuola Superiore di Arti Visive di La Cambre (1979-1989) e diresse o la Scuola di Belle Arti di Wavre dal 1981 al 1989.

Rino Crivelli

Rino Crivelli è nato a Milano il 15 settembre 1924.

Ha compiuto a Milano gli studi classici e nella stessa città si è laureato in ingegneria. Ha lavorato poi nell’industria fino aI 1964. Si dedica in seguito esclusivamente all’attività artistica già iniziata fin dal 1945 con i primi disegni e le prime tele.

Progressivamente dirada negli anni i rapporti con la pittura, intesa come illegittima finestra introdotta clandestinamente nella parete. La cangiante pelle pretenderebbe d’essere altro e di più reclamando la sua avventura nella spazio.

Nasce così e si moltiplica il popolo di legno: sagome ad altezza umana ritagliate da tavole, incernierate e dipinte da ambo le parti. Attorno a queste s’infittisce per sussurri e cenni, rarissimi gridi, ininterrotto, un flusso disegnativo implacabile, accolto da migliaia di fogli di uguale dimensione (cm. 50 x 35). Da tempo ormai l’autore nutre il sospetto corposo che la scrittura così raccolta, per altro da decifrare, altro non sia che il diario del popolo di legno. E nell’immediato futuro con scarna porzione di presente, d’una nuova razza ritagliata da lastra di rame, già sin d’ora insistente e straripante di bisbigli.

Lindsay Kemp

Coreografo, attore, ballerino, mimo, regista, personaggio del palcoscenico, non tutti sanno che tra le tante strade attraverso le quali Lindsay Kemp ha espresso ed esprime la sua arte e sensibilità c’è la pittura. Leggiadri disegni, rapidi come le mutevoli espressioni del suo viso, agili come gli acrobatici volteggi del suo corpo, intensi, provocatori e incisivi come tutto il suo percorso artistico e umano.
Alla Galleria San Carlo, via Sant’Agnese 16, 20123 Milano, la personale di Lindsay Kemp “The thursday drawings”, da giovedì 21 aprile 2016 fino a sabato 14 maggio. All’inaugurazione (dalle 18,30) sarà presente l’artista.

Valter Boj

Albissola, città della ceramica d’arte con una grandissima storia legata ad artisti del calibro di , Jorn, Lam, Fabbri, Piero manzoni, Sebastian Matta, Capogrossi ecc, ha rappresentato per Boj una scuola reale per l’inserimento nel mondo dell’Arte.

Nel 1976 gli vengono date le chiavi di un piccolo laboratorio studio, che danno inizio alla sua storia. All’inizio degli anni ‘80 Valter Boj lascia Albissola.

Lavora in Francia, a Valloris, va in giro per l’Europa a vedere mostre e inizia una produzione di opere post simboliche concettuali figurative. Nel 1989 torna ad Albissola, ed apre uno studio laboratorio dove oltre ai suoi lavori d’artista vengono eseguite delle ceramiche con i suoi amici artisti. “Arte e ceramica nell’esperienza dei laboratori di Albissola di Valter Boj e il suo laboratorio” è il titolo della tesi di Laurea discussa all’Accademia delle belle arti di Brera da Cristina Bonfanti, relatore prof. Claudio Cerritelli.

Continuano le esposizioni in tutta Italia e all’estero.

Nel 1993 le opere di Boj sono ancora legate ad un post informale materico coloristico, quando inizia una nuova via da un’opera intitolata “Di che colore è il tuo cielo”, per esigenza del titolo questo quadro è stato eseguito con ossidi blu. E’ la svolta del suo lavoro, l’innamoramento per questo colore, inteso come mare, cielo, sensibilità, mediterraneità ecc.

Si definisce un post concettuale naturalista, si veda in proposito il progetto “arte Natura” per il WWF.

Per amore di Albissola e della ceramica nel 1995 Boj invita i suoi amici a venire a lavorare per una esposizione che verrà poi realizzata dalla galleria Orti Sauli di Genova, “Il ritorno di Albissola”, catalogo a cura di Luciano Caprile, dove vengono esposte opere su carta e ceramica con Bruno Ceccobelli, Giacinto Cerone, Tommaso Cascella, Enzo Esposito, Valter Boj, Nino Longobardi, Paolo Jachetti, Giampiero Reverberi.

La stessa mostra viene spostata gli anni seguenti alla Fortezza del priamar a Savona, a Viterbo presso la Galleria Miralli e a Bologna Arte Fiera. Sempre nel 1995 realizza delle opere dal titolo “Virtuale Reale” (catalogo delle opere) Nel 1997 viene invitato da Luciano Caramel alla mostra “1907-1997, la ceramica degli artisti”, con catalogo edizioni Netta Vespignani.

Continuano le esposizioni in tutta Italia e all’estero.

Nel 1993 le opere di Boj sono ancora legate ad un post informale materico coloristico, quando inizia una nuova via da un’opera intitolata “Di che colore è il tuo cielo”, per esigenza del titolo questo quadro è stato eseguito con ossidi blu. E’ la svolta del suo lavoro, l’innamoramento per questo colore, inteso come mare, cielo, sensibilità, mediterraneità ecc.

Si definisce un post concettuale naturalista, si veda in proposito il progetto “arte Natura” per il WWF.

Per amore di Albissola nel 1995 Boj invita i suoi amici a venire a lavorare per una esposizione che verrà poi realizzata dalla galleria Orti Sauli di Genova, “Il ritorno di Albissola”, catalogo a cura di Luciano Caprile, dove vengono esposte opere su carta e ceramica con Bruno Ceccobelli, Giacinto Cerone, Tommaso Cascella, Enzo Esposito, Valter Boj, Nino Longobardi, Paolo Jachetti, Giampiero Reverberi.

La stessa mostra viene spostata gli anni seguenti alla Fortezza del priamar a Savona, a Viterbo presso la Galleria Miralli e a Bologna Arte Fiera. Sempre nel 1995 realizza delle opere dal titolo “Virtuale Reale” (catalogo delle opere) Nel 1997 viene invitato da Luciano Caramel alla mostra “1907-1997, la ceramica degli artisti”, con catalogo edizioni Netta Vespignani.Nel 2000 viene invitato da W. F Duiasmberg a dipigere il grande euro cm2000 per EURO CULTURAL MILE in Francoforte.
Dal 1999 e in permaneza alla Galleria San Carlo – Milano
La città di Albissola Superiore commissiona a Boj il primo monumento per la Citta’ Boj realizza “L’eco del mare, inaugurato nel giugno 2001.

In questi ultimi anni ha collaborato con alcune mostre a progetti di informazione con il gruppo Enel e con Banca Antonveneta ABN AMRBRO 2003 e la volta del progetto artenatura a favore del WWF. un vero successo per il Boj che ottiene i patrocini di tutti gli enti della Liguria

Ho Dipinto un intera regione di blu cosi afferma Valter Boj. Sul numero 240 di giugno-luglio della prestigiosa rivista d’Arte Contemporanea nazionale/internazionale FLASH ART all’interno della classifica: … tra “i magnifici 100” Artisti Italiani degli ultimi quarant’anni

Nel 2004 inzia il progetto Svolta Celeste L’A.I.C.C Italia, e le consociate francese e spagnola hanno concesso il patrocinio e attiva collaborazione a sostegno dell’iniziativa “S-VOLTA CELESTE” del Maestro Valter Boj che lo vede impegnato nella realizzazione di 150. 000 mila stelle in ceramica del blu Boj “ho usato l’argilla e se l’argilla si fonde con il Cielo allora è Paradiso” Svolta celeste viene presentata nelle principali città d’ EUROPA . Nel 2009 il Boj realizza con l’amico Claudio Pozzani opera prima svolta celeste un monumento per la citta’ di Albisola Marina sv Italy ..S-Volta Celeste ha esposto a Bologna, Faenza, Genova ,.Roma, Vienna, Parigi, Berlino, Helsinki, Milano,Instabul , Gent Linea Art Belgio, “S-Volta Celeste” ha avuto una mostra dedicata a Palazzo Ducale a Genova durante il 18° Festival Internazionale di Poesia di Genova nel 2010, con opere di Valter Boj, Claudio Pozzani, Gian Piero Reverberi e John Giorno.

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